Come si crea il lavoro?
Studiando il mercato, inventando prodotti utili, migliorando quello che c’è, o -in generale- facendo qualcosa di tanto utile da poter essere retribuito?
No, no e poi no!
Il lavoro si crea imponendo adempimenti inutili: tutti li devono fare, e sono quindi impegnati, se la cosa è complessa devono incaricare altri, che così lavorano, e per essere certi che nessuno faccia il furbo, assumiamo (!) altri lavoratori con il ruolo di controllori.
Si tratti della banalizzazione delle teorie dei grandi economisti o meno il risultato è straordinario: dal nulla abbiamo -no, hanno- creato posti di lavoro, moltissimi.
Ma ormai che si siamo, pompiamo e raddoppiamo. Doppi adempimenti, doppi posti di lavoro. E si noti la differenza tra “lavoro” e “posti di lavoro”…
Per questo non ci basta la burocrazia, dobbiamo avere la duplicazione degli adempimenti.
Cosa importa se manca il nesso con la realtà? Che a nessuno venga in mente di affermare -ma nemmeno pensare- che non sia sostenibile un lavoro che anziché produrre benefici ha effetti deleteri. Il risultato è solo uno: la creazione di posti di lavoro, cioè di reddito.
Per gli increduli basti citare la dichiarazione dei redditi: perché è così complessa? perché cambia ogni anno? perché dobbiamo comunicare in modi diversi ed in più occasioni gli stessi dati? Ma per creare lavoro -è ovvio- e c’è perfino chi si lamenta…
autore: Massimo Meneghin
la #burocrazia crea posti di lavoro: evviva la duplicazione degli adempimenti!