Prendiamo i regolamenti edilizi, analizziamo le istruttorie dei tecnici preposti alle autorizzazioni, leggiamo i verbali delle commissioni edilizie, che cosa troveremo -spesso- se non un mare magno di disquisizioni su aspetti decisamente minimi?
Questi però non sono affatto diversi dai discorsi fatti da molti committenti, professionisti ed esecutori ma corrispondono a quello che dice “l’uomo della strada”, che peraltro non si capisce cosa vada a fare in giro…
Di che cosa trattano – o trattiamo- così in tanti? Di inezie, si discute su cose di importanza limitata, che -esagerando solo un poco, per chiarezza- potremmo definire pari a zero, il nulla.
Come possiamo definire di capitale importanza parti come la grondaia, parlare per ore elogiando la sezione semicircolare a scapito della rettangolare, disquisire sulla differenza tra la lamiera di rame e quella di materiale meno nobile e verniciato, disegnando perfino il particolare del bordo, rigorosamente tondo, quando il risultato complessivo è di ben altra qualità? E naturalmente non se parla!
Sarebbe come se al pronto soccorso si presentasse una persona tanto sanguinante da rischiare la morte ed i medici si preoccupassero di un’unghia incarnita, effettivamente un poco fastidiosa e soprattutto antiestetica!
La qualità media degli edifici, compresi quelli recenti, è bassissima, i nostri quartieri sono generalmente osceni, chi può negarlo? Eppure sono presenti le grondaie semicircolari in rame ma anche l’intera “enciclopedia del bello”: travi, porte, finestre e scuri in legno, manto di copertura in coppo tradizionale (con i pannelli in silicio, però…), ecc.
autore: Massimo Meneghin
cosa c’è di migliore che discutere di inezie mentre tutto va a rotoli? viva le terapie alternative!