Colgo un suggerimento, inviato a proposito di altro articolo: per fare serve coraggio. E se siamo figli dei greci e della loro logica: qui non si fa, ergo manca il coraggio. A tutti i livelli.
Lo hanno dimostrato anche gli studiosi, perfino di fronte all’evidenza ci si a cose e pareri del tutto errati. E’ comodo, dicono loro, ci consente di far parte del nostro gruppo, aggiungono, è deleterio, invece, scrivo io, sulla scorta dell’esperienza del mondo prodotto da quel modo di non-fare.
E’ in atto una gara, qui da noi, non chissà dove nel mondo, nella quale non vince a chi arriva primo ma a chi riesce ad arrivare… ultimo? No! A non arrivare proprio! Restando in gara? Neanche, fingendo di partecipare! Geniale. Del resto come stupirsi, siamo il paese che ha dato i natali a Leonardo da Vinci…
Qualche neo sembra però apparire, più che alcuni direi molti, e grandi come iceberg, devo fare degli esempi? Non ora ma torno di sicuro sull’argomento, a tutti i costi. Di certo la cosa non è più sostenibile, serve una vera e propria progettualità, la quale forte di un nuovo coraggio si faccia largo ed inverta il trend in atto, nel piccolo e nel grande, anche perché in caso contrario finisce la gara anche per quelli che non sono mai partiti.
autore: Massimo Meneghin
ufficialmente aperta la caccia all’ultimo latitante: il coraggio di #fare