Luoghi comuni compresi, il denaro è presente ovunque. Purtroppo non nel senso materiale del termine, cioè non ci sono banconote e monete dappertutto, ma se parla o comunque a questo di pensa sempre e comunque.
A parte chi ritiene di fare operazioni straordinarie a costo zero, che sono tali solo perché non viene fatto nulla, chi opera secondo i principi del pareggio di bilancio, solo che a fine anno mancano milioni di euro dopo aver tartassato i cittadini, e coloro che predicano lo spoglio delle ricchezze, naturalmente da far conferire nelle loro casse -mica vorrete fare a qualcuno un tale dispiacere?- noi, comuni mortali affrontiamo di continuo questo problema. Con esiti spesso paradossali…
Forse se molti di noi facessero a caso farebbero meglio. peggio di così davvero non si può. Sembrano certe operazioni di borsa fatte da chi fa da se (ma anche con consulenti non all’altezza) e con tutta l’intelligenza del caso compera quando la crescita delle azioni è sicura, quindi appena prima del crollo, salvo rivendere dopo aver aspettato a lungo la ripresa, che quindi avverrà appena ceduto tutto, consolidando definitivamente la perdita. Comunque basta vantarsi e raccontare le cose a metà, sfuggendo come un’anguilla ad ogni domanda.
Se riusciamo ancora a sorridere facciamo mente locale su:
- annunci economici di ieri e di oggi,
- costo iniziale e costo di gestione,
- costo del riscaldamento,
- dipendenza da gioco e lucro,
- la partita iva è una malattia?,
- minimi tariffari e libero mercato,
- presunzione del reddito di autonomi e professionisti,
- prestazioni e sconti,
- prezzi alti e prezzi bassi,
- prezzo e valore,
- prodotti e servizi,
- riqualificazione energetica o fiscale?,
- risparmio e rendimento,
- svendere o fingere?,
- vendesi o affittasi.
autore: Massimo Meneghin