Corsi e ricorsi della storia, una persecuzione.
Quando studiavo vedevo nelle bacheche, traboccanti di avvisi, non c’era internet allora!, i “Corsi di italiano per studenti stranieri”. Non deve essere stato facile per un ragazzo proveniente da un paese diverso, per lingua e cultura, avvicinarsi a noi, ed in facoltà c’erano docenti che tenevano lezioni che molti -italianissimi- facevamo fatica a seguire. Ricordo di non aver certo invidiato, ma ammirato si, questi “colleghi”, immaginando le difficoltà che avrei avuto in un altro stato, e la nostra lingua non è certo la più semplice, altro che l’inglese…
Sono tornato di recente a cercare dei testi nelle libreria annessa all’università dove ho studiato, e ne ho approfittato -da semplice curioso- per rivedere alcuni “luoghi” ove ho trascorso, non proprio ieri, molto tempo. Ebbene, tante cose sono rimaste, le bacheche -ad esempio- ci sono ancora, e tanti cartelli sono gli stessi, soprattutto la ricerca di stanze in affitto, ma alcuni sono cambiati, non poteva che succedere.
Il cartello sui corsi di italiano c’è ancora ma sono cambiati i destinatari, non più gli stranieri ma gli italiani (“Corsi di italiano per studenti italiani”), i quali ovviamente si iscrivono sulla scorta del loro bel essere nati e vissuti qui, almeno per diciotto anni, ma anche con il loro diploma di maturità, cioè con tredici anni di scuola ed una fila di esami superati…
autore: Massimo Meneghin
se i #corsidiitaliano per stranieri sono diventati #corsidiitalianoperitaliani un motivo ci sarà