Il contrasto tra l’interesse pubblico e quello privato condiziona pesantemente il nostro operato.
Il primo dovrebbe gerarchicamente stare a monte del secondo ma la cosa dovrebbe essere equilibrata, perché il miglioramento del pubblico comporta anche quello del privato che ne è immerso e se proprio quest’ultimo ne fosse danneggiato vi sono i rimborsi.
Prendiamo gli espropri, serve una strada, una volta fatta tutti potranno accedere molto meglio alle proprie aree o passare oltre in meno tempo, e chi dovesse rimetterci del terreno riceverà denaro pari al valore.
Perfetto. Ma solo in linea di principio, in realtà dietro lo sbandierato servizio pubblico si nascondono i peggiori interessi privati.
Se così non fosse non avremmo l’ambiente che viviamo, non saremmo immersi nelle inutili difficoltà quotidiane e via dicendo.
Non c’è bisogno di spiegare come aree inadatte da tutti i punti di vista sono diventate edificabili: il vantaggio privato deriva da una scelta pubblica, volta a tutela della comunità…
Ma anche la spesa pubblica gonfiata a dismisura è di sicuro un bene collettivo e non deriva certo dall’attività di certi a discapito di altri.
Si dirà che non c’è alternativa, ma non è vero nemmeno questo, basta staccare le fette di prosciutto dagli occhi e guardare per vedere: non tutto nasconde ad arte i secondi fini, ed arriva a derubare perfino i poveri.
Le comunità Linux ed Arduino, ad esempio.
autore: Massimo Meneghin
l’interesse #pubblico non è a monte di quello #privato, è quest’ultimo ad essere dentro al primo…