Lavorare insieme o in compagnia? In una parola: associarsi? La domanda è retorica ma solo fino ad un certo punto.
Vero che in molti casi l’alternativa non c’è: un centro commerciale con un solo negozio non è un centro commerciale ma un… negozio.
Altrettanto vero che in certi casi può essere vantaggioso fare da soli (per l’operatore) ed aver direttamente a che fare con la sola persona che lavora (per il committente): meno filtri, meno passaggi, meno spese, meno perdita di tempo.
Chi vince, allora? Come spesso la risposta è: dipende.
Certo che in un mondo globale lo spazio per il singolo è diverso da quello di un tempo. Nel mondo lavorativo chi può fare davvero tutto da solo? Un tempo il falegname faceva tutto, non solo i mobili ma anche la colla e si costruiva perfino gli strumenti, ma oggi?
Il processo è ovvio quanto noto. Servono relazioni, che possono essere più o meno strutturate. Fondare e lavorare in società può non essere diverso dal farlo come singoli che di volta in volta operano in simbiosi con altri, che fanno lo stesso lavoro o uno complementare, con la flessibilità del caso.
Come concludere? Non c’è la soluzione precostituita e ciò che vale per un caso può non essere adatto all’altro ma soprattutto per chi non voglia diventare eremita -davvero, non il finto alternativo- l’associarsi (in qualche modo) è oggi inevitabile.
autore: Massimo Meneghin
#associarsi non ha alternativa, nemmeno per gli asociali!