Il numero dei professionisti in attività è paradossale.
Lo stato attuale -impossibile chiamarlo semplicemente crisi– ha determinato lo stato di calamità della categoria.
Tutti i giornali hanno riportato il confronto tra la popolazione dei vari paesi europei, perciò a noi affini, ed il numero di avvocati, architetti, ecc. Il rapporto ha dell’incredibile: nella sola nostra capitale sono attivi in certe categorie lo stesso numero di professionisti presenti in paesi quali la Francia!
Se fino a ieri ognuno -chi più, chi meno- aveva modo di sbarcare il lunario, oggi non è più così -e fino a qui nulla di nuovo- per cui almeno una domanda dobbiamo porci allo specchio: che fare?
Gli amanti delle analisi potrebbero/dovrebbero suggerire di guardarsi indietro per discutere se siamo in presenza di un macroscopico errore di programmazione o se questa manca del tutto e di come fosse scontato che prima o poi un modus operandi insostenibile non poteva che collassare ma, scaldati gli animi, tutti i ragni sono rimasti nel proprio buco….
Ci interessa il domani, infatti, e ciò che emerge drammaticamente in chi il prosciutto lo mangia invece di usarlo come paraocchi è inequivocabile: non c’è e non ci sarà spazio per tutti.
La selezione feroce separerà gli amici degli amici e qualcuno di molto capace (non necessariamente a lavorare) ci metterà del proprio ma gli altri? Potrebbero -o potremmo- guardare in tv quei bei programmi di notizie ripetute di continuo tutto il giorno: le spiegazioni, anche se false, risentite trecento volte sembrano plausibili!
autore: Massimo Meneghin
troppi #professionisti, inutile nascondersi dietro ad un dito, l’offerta supera la domanda, Darwin ci insegna che…