L’agire edilizio necessariamente si confronta con la fiscalità, non solo per l’ovvio principio che -almeno in teoria- le norme devono essere rispettate, comprese quelle fiscali, ed ogni corrispettivo viene tassato, ma anche perché l’imposizione ha una propria complessità e non conoscerla espone al doppio rischio di pagare meno del dovuto, potendo essere chiamati a versare la differenza aumentata da sanzioni, spese e interessi, oppure di versare più del dovuto senza motivo mentre tutti dovremmo, nel rispetto delle detrazioni fiscali stabilite dal legislatore, pagare il giusto.
Ogni spesa sostenuta è, infatti, soggetta ad imposte di aliquota variabile a seconda della natura dell’opera e del tipo di lavorazione, in molti casi ridotta o esente, secondo principi che normalmente consideriamo astrusi. Vi sono pure diverse agevolazioni cui si può ricorrere se le operazioni vengono svolte alle condizioni previste dalla legislazione che le istituisce, non solo l’iva ridotta ma pure le detrazioni, gli incentivi ed i contributi, motivo in più per affidarsi a consulenti preparati, i quali faranno in modo che la spesa sostenuta per il loro compenso sia di norma inferiore al risparmio ottenuto, senza considerare il non esporsi a contestazioni che possono essere davvero molto gravose, sia in termini diretti -l’esborso che prima o poi ci colpirà- che in termini indiretti – il tempo, le energie che dovranno essere dedicate, ma anche i costi, non immediatamente visibili e difficilmente computabili, che saranno sostenuti nel tentativo di addurre ragioni che quasi sicuramente non ci sono….
autore: Massimo Meneghin