La lotta all’evasione fiscale è sacrosanta, su come viene fatta ognuno la pensa come crede. Alcuni la considerano seriamente, altri l’esatto contrario.
Sicuramente il recente provvedimento che prevede di sanzionare i lavoratori autonomi che non sanno spiegare come hanno speso il proprio denaro ha del paradossale.
Burocrazia che sembra impossibile ma è tutto vero. Il nostro amato fisco chiede a chi lavora in proprio di giustificare l’avvenuto prelievo dal conto corrente. E’ banale ma deve essere spiegato: non il versamento ma il prelievo, non i soldi in ingresso che -ad esempio- potrebbero non essere stati fatturati, ma quelli in uscita, che pertanto già stanno nel conto.
Già si sono scatenati ogni forma di commento e di interrogativo, perché la cosa è davvero molto strana, una raccolta potrebbe essere quella che segue.
Si tratta del più banale degli errori (ma è impossibile perché l’altro controllo già c’è…).
Potrebbe trattarsi di un modo per fare cassa (chi ricorda anni dopo come ha usato le banconote prelevate? E serve il documento fiscale, che fanno i fumatori, si fanno fare la fattura dal tabaccaio?)
La cosa più probabile è però, visto che la stessa richiesta non viene fatta a dipendenti e pensionati, un colpo basso ai titolari di partita iva, poco inclini alla sindacalizzazione e ad essere comandati come burattini…
autore: Massimo Meneghin