Inevitabile il confronto tra vecchio e nuovo.
Sempre ci confrontiamo con la pre-esistenza, anche nel costruire un edificio completamente nuovo, perché questo comunque insiste in un ambiente che già è.
Naturalmente il confronto diviene più vivace quando si ristruttura o si restaura, cioè si interviene su fabbricati che vengono mantenuti ma modificati, per conservarli oppure per modificarli.
L’atteggiamento non è univoco, come sempre!
C’è chi ritiene si debba “accompagnare” quanto più possibile il nuovo al vecchio, pertanto realizzando parti nuove che imitino tanto bene le vecchie da risultarne indistinguibili.
A questi si contrappone chi sostiene che ogni cosa deve dichiararsi per quello che è. Non farlo sarebbe mentire. Ecco quindi edifici che mostrano forti contrasti e fanno vedere esplicitamente cosa è originale e quello che è stato aggiunto.
Quel “mescolare vecchio e nuovo” si presta perciò a diverse interpretazioni, ognuna con i propri fautori ed i detrattori dell’opposta scuola di pensiero.
Vero è che rifare con i mezzi d’oggi parti che sembrino datate è incoerente per definizione ma altrettanto si può dire del contrasto apportato da aggiunte tanto forti dal finire per “distruggere” -quanto meno visivamente- le parti di pregio costruite molto tempo prima.
Non c’è giudizio, verrebbe da dire che vale il caso per caso, di certo la pratica di completa costruzione o ricostruzione in modo da far sembrare gli edifici di oggi datati acuisce i limiti sopraindicati, è come costruire automobili a forma di carrozza…
autore: Massimo Meneghin
mescolare #vecchio e #nuovo non è come condire con olio e sale…