Palese, anzi da istituzionalizzare: non serve fare, basta nascondere l’incompiuta.
Per chi non lo sapesse, lo studio delle bugie è estremamente interessante. Ogni cosa “non del tutto vera” è da sempre coperta dagli specialisti grazie ad un’altra bugia, ancora più grande, quanto meno di estensione tale da comprendere per intero la precedente.
Infatti, è qui che si vedono le capacità. Tutti sanno giustificare un modesto ritardo inventandosi un inesistente ingorgo stradale o un piccolo malessere. Il difficile è andare oltre, più si sale più è più si possno dimostrare le proprie capacità.
E’ notizia assodata, riferita da autorevoli testate: le opere per l’Expo non saranno completate in tempo utile. Non ci era stato garantito il contrario? Vero che bisogna salvare la faccia, e quindi? Non resta che nascondere l’incompiuta.
Ragionevole -forse- ma come si possono spendere cifre elevatissime per le opere di camuflage, pratica che ritenevamo relegata alle commedie, a teatro ed alle riunioni di condominio.
Ma vogliamo mettere un bel travestimento con l’opera vera e propria? Non c’è partita. Viene alla mente quando tempo addietro l’allora presidente del consiglio venne ad inaugurare un’importante opera pubblica e gli venne fatto presente l’incompletezza, malgrado le promesse e le rassicurazioni. La risposta fu illuminante? Il nostro spiegò di non aver sempre detto che avrebbe inaugurato l’opera in quella data, non che la stessa sarebbe stata completa.
Evviva!
autore: Massimo Meneghin
#camouflage all’expo, ma facciamolo ovunque: sai che ridere!