E’ un problema di comunicazione. C’è una fonte, un emittente di segnali, e c’è un destinatario, con il ruolo di ricevente, che si scambiano i ruoli e appunto comunicano. I ruoli in questo caso sono analoghi.
Potrebbe essere un problema di informazione. Anche in questo caso c’è una sorgente e qualcuno che viene investito del messaggio. Le parti però sono fisse ed immutabili. C’è chi parla e chi ascolta. Uno è attivo, l’altro passivo.
Diciamo, passandoci sopra a volo d’uccello, guardando senza fermarsi, che al giorno d’oggi la parola d’ordine è l’eccesso.
Chi può sostenere che non ci sia troppa informazione, nel senso della quantità di dati? A che servono tutte queste cose che ci vengono rese note e ripetute di continuo? Forse a nascondere quello che non si dice, si finge di essere trasparenti per nascondere!
La tanta comunicazione è già sfociata nel troppo, sprecando strumenti straordinari. Avrete notato come al massimo della disponibilità di strumenti per la comunicazione corrisponde il minimo effetto comunicativo: abbiamo mezzi per comunicare tutto, sempre e ovunque ma non viene detto nulla! O vogliamo sostenere che pubblicare foto di gattini sia comunicare?
Di quanto sopra è permeato il nostro ambiente, oltre quello che può sembrare al primo sguardo: dal subire quello che viene imposto “dall’alto” e che deve essere ripetuto “perché si” al disperato bisogno di originalità, far vedere a tutti i costi che si ha qualcosa da dire, pur in assenza di contenuti.
autore: Massimo Meneghin
eccesso di #informazione e di #comunicazione non sono facce della stessa #medaglia ma nascondono il proprio contrario