Bello, per chi? Idem con brutto, secondo chi?
Non ci infiliamo di certo in discussioni annose quanto improduttive tipo quelle sulla natura del bello e quindi del suo contrario. Ciò malgrado e’ impossibile evitare il confronto con il problema: per quanto qui ci interessa chi fa vuol far bene, e far bene è anche far bello.
Ne sappiamo come prima, al massimo abbiamo chiarito esserci una forma di intenzionalità.
Evitiamo la teoria, anzi le teorie… per guardare semplicemente avanti, diciamo oltre la recinzione, e vediamo che il nostro bello non e’ certo quello del vicino, anzi sono più i contrasti che i punti di accordo. Anche qui nulla di nuovo.
Facciamo un altro passo, cerchiamo gli estremi, forse lì troveremo la risposta o almeno uno spunto. Siamo in rete, sfruttiamo questo straordinario mezzo e lasciamoci guidare da un motore di ricerca, ecco i risultati, ciò che vede distrattamente chi cerca.
Le case più belle hanno in comune l’enorme valore economico, non legato al pregio ma alle dimensioni ed allo sfarzo: bello e’ sinonimo di ricco. Con buona pace del consolatorio “poveri ma belli”…
Le case brutte ripetono -al contrario- quanto sopra, riferendosi alla miseria, troviamo però anche altro, dagli improbabili rifacimenti di funghi e simili a edifici molto grandi, il che sembra dirci che “piccolo è bello” mentre “grande è brutto”. Ci sono pure edifici semplicemente bizzarri, la cui fantasia evidentemente non è apprezzata, e soprattutto opere di alcuni maestri contemporanei. Già, nei siti ove si raccolgono gli orrori sono a volte inseriti lavori di osannati progettisti!
Forse non abbiamo raccolto molto, nessun ragno è uscito dal suo buco, semmai abbiamo fatto un po’ di chiarezza su alcuni concetti, usati in modo particolare se non scorretto, e qualcuno si sarà pure gongolato nel vedere l’insuccesso dell’archistar.
autore: Massimo Meneghin
#bello e #ricco vanno a braccetto idem #brutto e #povero, non sarebbe meglio spaiarli? #poverimabelli #ricchimabrutti