Chi l’ha costruita potrà non essere d’accordo, però la regola, esagerando un poco per chiarezza, è: gettare al vento l’energia. Con tutto quello che ci costa, ovviamente. La parola d’ordine è: spreco.
Se ci guardiamo indietro è del tutto evidente che ogni edificio è figlio del proprio tempo, utilizza le tecniche del periodo, oggi però ci troviamo ad ereditare un numero enorme di edifici più o meno datati, costruiti e/o ristrutturati secondo tecniche che sono diverse da quelle odierne per cui siamo posti di fronte al bivio: manteniamo lo stato delle cose o interveniamo?
La scelta non è banale: chi cambia l’automobile solo perché il nuovo modello consuma meno? Nessuno, se lo si fa è per sfoggiare il nuovo modello, non per convenienza economica. Il risparmio sulla percorrenza, infatti, dimostra la convenienza solo in pochissimi casi.
E nelle case? Conviene intervenire? La risposta è e non può che essere dipende ed oggi abbiamo tutti gli strumenti per capire l’effettivo stato dell’edificio. La termografia mostrata, ad esempio, mostra un buon intervento in copertura e sui serramenti, che sono i punti più delicati, ma lo stesso non si può dire dei sottodavanzali, dove probabilmente ci sono le nicchie per i termosifoni, quindi muro sottile e non isolato. La classica buccia di banana.
autore: Massimo Meneghin