Un occhio attento, per capirci quello che nel famoso detto guarda verso la luna e non verso il dito, coglie i segni positivi che di recente si manifestano in molti settori. Come non cogliere questi segni e soprattutto perché non coglierli?
Sulla prima parte dell’affermazione potremmo discutere basandosi sul fatto che non dappertutto è così. Ed è vero, ma si è detto “ci sono segni”, il che -si perdoni la cacofonia- “significa” alcuni, non tutto, e questi indicano qualcosa d’altro.
Non si vuole affermare la fine della crisi, che come dicono molti tra i più smaliziati non è nemmeno tale ma un cambiamento irreversibile, però un certo aumento degli ordini, facendo il più semplice degli esempi, non significa necessariamente lo stesso incremento del fatturato -e soprattutto del ricavo- ma una tendenza in tale direzione.
Chi percepisce questi piccoli segnali viene a propria volta invogliato a smettere questa aria di sfortuna che permea il nostro ambiente come l’aria e riempie ogni anfratto.
Propongo perciò, come fosse un gioco, di sottolineare ogni positività -al limite forzando e proiettandola in avanti, dove non potrà che moltiplicare questa sua caratteristica- e naturalmente evitare per quanto possibile le negatività.
Qualcuno dirà che è impossibile ma sbaglia, potrebbe cominciare dal non guardare la televisione, condensato di negatività per eccellenza!
autore: Massimo Meneghin
sfida al #pessimista: ci sono segni di #positività, riesci a coglierli? (o preferisci crogiolarti nella #sfortuna…)