casa singola o casa collettiva?

Dogmi a parte, qual è la casa adatta a noi?

Le abitazioni sono sostanzialmente distinguibili in due soli tipi: isolate o aggregate. La casa è quindi singola o collettiva!

La più classica delle case isolate è quella che chiamiamo villa, o villetta, le aggregazioni sono di tanti tipi, dalle case binate, o bifamiliari (due mezze ville con un muro in comune), alla quadrifamiliare (stesso principio raddoppiato, generalmente ogni unità occupa uno di quattro angoli), alla schiera (abitazioni in linea, disposte una dopo l’altra) o in condominio (in cui le abitazioni sono generalmente sovrapposte, oltre che affiancate).

Come sempre, se vi sono alternative un motivo c’è. Ogni soluzione ha pregi e difetti, è migliore per certi versi e peggiore per altri aspetti. La scelta tra casa singola e collettiva non è banale!

Da un punto di vista generale possiamo sostenere che la casa isolata, fin dal nome, dovrebbe essere specifica della campagna mentre più ci si avvicina al centro di città e paesi aumenta la densità edilizia. Per questo motivo la vera villa è una casa davvero isolata, cioè che attorno non ha fabbricati, mentre anche nelle frazioni (di campagna!) le case vicine in passato venivano costruite a contatto, per tutti i motivi possibili ed immaginabili. Gli esempi -felici- non mancano, dalle ville più note ai borghi medievali.

Noi invece, più bravi, abbiamo preso un modello e lo abbiamo snaturato, costruendo case isolate ma ripetute, distanti una dall’altra solo i pochi metri imposti dalle norme, e non in campagna ma nelle zone di espansione dei centri urbani, generando le periferie che conosciamo, dove però qualcuno ha il proprio fazzoletto di terra e la sua casa, solo sua.

Altri preferiscono i vantaggi della gestione centralizzata, rilevanti dal punto di vista economico e non solo da quello.

Oggi, considerato quanto meno il consumo di suolo, i costi ed i vantaggi della condivisione (che non è solo ripubblicare un post!), dovremmo cambiare atteggiamento!

autore: Massimo Meneghin

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