Il passare del tempo porta il degrado dei fabbricati, fino a rendere necessario il consolidamento statico.
Il consolidamento, come facilmente desumibile, è volto a rendere le strutture portanti idonee allo scopo per le quali sono state erette. Banalmente si tratta di impedire il crollo dei manufatti a seguito del lo deperimento.
La motivazione della necessità dell’intervento può essere semplicemente legata alla vetustà. Nulla, infatti, è eterno e l’andare del tempo comporta il degrado di ogni struttura, generalmente accentuata dalla manutenzione carente, per cui ci si trova evidentemente nella necessità di ripristinare le strutture fino a renderle nuovamente idonee all’utilizzo in sicurezza.
Palese che vi possono essere cause di altro tipo, generalmente la cattiva costruzione, per l’uso di materiali carenti o l’applicazione di modalità inadatte, ma può esservi pure la progettazione, che può non aver considerato alcuni fattori in modo corretto, di solito le caratteristiche del terreno o la sismicità, oppure l’essersi manifestato qualche avvenimento accidentale, dall’urto con mezzi pesanti -si pensi ai ponti- alle infiltrazioni d’acqua -dall’alto ma anche dal basso- oppure gli incendi -che danneggiano non solo le parti lignee ma pure quelle metalliche anche se all’interno del calcestruzzo- e si potrebbe continuare.
Le tipologie di intervento sono le più varie, dalla demolizione delle parti ammalorate con ricostruzione secondo le medesime modalità alla integrazione con parti di nuova posa volte a sopperire alle carenze manifestatesi (classico è l’esempio dei tiranti all’imposta degli archi per renderli non spingenti). In ogni caso quella del consolidamento è naturalmente una pratica assai complessa dovendo necessariamente basarsi sulla valutazione delle reali capacità strutturali di quanto in opera, cosa che malgrado le tecnologie a disposizione resta non troppo agevole, e sulla altrettanto reale capacità dell’intervento di apportare beneficio: quante volte abbiamo visto tiranti flessi e quindi privi di qualsiasi funzione statica?
autore: Massimo Meneghin
Posso testimoniare personalmente, per aver convissuto la costruzione di alcune casette in provincia di Belluno ( la provincia che in dialetto veniva allora chiamata, con evidente riferimento alla sua sismicità, “la provincia sgorlada” ) che quelle erette prima dell’entrata in vigore della legge sismica ad una scossa di terremoto un po’ forte cioè al verificarsi di quegli eventi che da troppo tempo non si fanno sentire nel Bellunese per non essere ai nostri giorni purtroppo molto probabili, subiranno danni notevolissimi. Mi domando perché non si provvede per tempo ad eseguire qualche rinforzo che almeno ne eviti il crollo totale, approfittando degli incentivi che si possono ottenere.